L’ossimoro Artistico Di Mario Cianciotti

Il primo Cianciotti riprendeva la natura naturata di alberi, fiumi, monti con la natura naturans di segni sognanti, forme suadenti e volumi rotolanti, tra basse muricce perlacee e pastori erranti sul tavoliere pugliese.
 
Ora, il ghiaccio bollente brulica nell’ossimoro artistico di Mario Cianciotti, che passa dal figurativo di aviti castelli merlati, deserti centri storici, vive nature silenti alla nuova cifra stilistica dell’optical art, dell’action painting e dell’arte totale.
 
Stanco di girovagare a piedi, in carrozza o a dorso di mulo nell’aperta campagna fora, alla vana ricerca dell’infanzia tradita, della gioventù passata e dell’identità perduta, lui si avventura per nuovi, ignoti ed aspri sentieri.
 
Nei segni runici, tantrici, gestuali, il Nostro esprime la gestualità del seminatore, che semina nel dolore. Per raccogliere nella gioia i frutti abbondanti e maturi del suo duro lavoro nei campi arati, seguiti e coltivati per tutto l’anno.
 
Nostalgia, amarezza e delusione per lo sconvolgente avvento dello sfrenato consumismo, disfattismo e nichilismo spingono Mario Cianciotti alla scalata verso il settimo splendore, alla ricerca della nuova strada, con un nuovo corso dinamico.
 
La catarsi artistica gli allevia le pene della solitudine, lo solleva dal peso del disinganno e lo purifica dalle scorie del residuo psichico, con il balsamo della cromoterapia, dell’armonia coloristica e dei filamenti vorticosi, increspati, volanti.
 
Ogni suo quadro è un tassello, una tessera, una tarsia nel mosaico variegato del suo nuovo tempio di nicchie cloisonnées, di cerchi concentrici, di linee continue, in tensione verticale, sempre in fieri ed in perenne divenire.        
 
Prof.  Gianni Latronico 

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